Eredi dirette degli autocicli degli anni venti (auto dalle ridotte dimensioni e motore che riprendeva quelli motociclistici), le microvetture sbarcarono alla conquista del mercato nell'immediato secondo dopoguerra. Il conflitto mondiale aveva lasciato dietro di sé tracce pesanti ed indelebili nell'economia mondiale: tutti i paesi, vinti e vincitori e persino quelli che non avevano preso parte al conflitto, avevano visto la propria economia implodere a discapito non solo delle classi più povere, ma anche di quelle più abbienti.
Si presentò così la necessità di rilanciare l'economia ed il mercato delle automobili offrendo agli utenti auto piccole ed economiche. In oltre, la crisi del 1956 incentivò la produzione di auto estremamente economiche.
La microvettura conquistò così in breve tempo tutte le grandi potenze europee dall'Italia alla Germania (all'epoca tra le maggiori produttrici di microvetture). La fortuna della microvettura, così ampiamente diffusa nel corso degli anni cinquanta si rivelò però altalenante; infatti, queste auto in miniatura scomparvero quasi completamente già a partire dagli anni sessanta, per poi ricomparire, in diversa forma, verso la fine degli anni novanta.
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